Analisi di un concorso pubblico
Vi siete mai chiesti come viene fatto il reclutamento dei talenti nella Pubblica Amministrazione? Leggere il testo di un bando di concorso può essere molto istruttivo e farci capire come mai certe cose vanno come vanno.
Prendiamo ad esempio il bando uscito in Gazzetta Ufficiale lo scorso 6 aprile, con il quale il Governo intende assumere, con contratti a tempo determinato della durata massima di 3 anni, un plotoncino di 2800 “tecnici” da allocare nelle PA del Mezzogiorno per accelerare i progetti finanziati dai fondi europei (fondamentale per evitare lo spreco di risorse disponibili).
I profili richiesti sono cinque:
- 1.412 funzionari “esperto tecnico con competenza in materia di supporto e progettazione tecnica, esecuzione di opere e interventi pubblici e gestione dei procedimenti legati alla loro realizzazione"
- 918 funzionari “esperto in gestione, rendicontazione e controllo con competenza in materia di supporto alla programmazione e pianificazione degli interventi, nonché alla gestione, al monitoraggio e al controllo degli stessi ivi compreso il supporto ai processi di rendicontazione richiesti dai diversi soggetti finanziatori, anche attraverso l’introduzione di sistemi gestionali più efficaci e flessibili tra le amministrazioni e i propri fornitori"
- 177 funzionari “esperto in progettazione e animazione territoriale con competenza in ambito di supporto alla progettazione e gestione di percorsi di animazione e innovazione sociale fondati sulla raccolta dei fabbisogni del territorio e la definizione e attuazione di progetti/servizi per la cittadinanza"
- 169 funzionari “esperto amministrativo giuridico con competenza in ambito di supporto alla stesura ed espletamento delle procedure di gara ovvero degli avvisi pubblici nonché della successiva fase di stipula, esecuzione, attuazione, gestione, verifica e controllo degli accordi negoziali derivanti"
- 124 funzionari “esperto analista informatico con competenza in materia di analisi dei sistemi esistenti e definizione di elementi di progettazione di dati logici per i sistemi richiesti dai fabbisogni di digitalizzazione delle amministrazioni. Identificazione e progettazione di chiavi per i dati e definizione di cataloghi di dati. Definizione e realizzazione delle condizioni di interoperabilità per l’acquisizione e scambio di dati utili alle amministrazioni"
Dalla descrizione sembrerebbero tutti profili esperti, ovvero letteralmente con esperienza specifica nel proprio campo, per altro in campi molto specialistici, ma in realtà il bando richiede (oltre ad una serie di requisiti ovvi quali maggiore età e mancanza di precedenti penali) un solo vero requisito: la laurea triennale.
Non importa quale laurea: filologia romanza e ingegneria nucleare sono considerati del tutto equivalenti. Non importa nemmeno dove è stata conseguita: una laurea al MIT vale come una all'Università del Molise.
Inoltre l'esperienza non è un requisito. OK, concorre al punteggio di graduatoria, ma anche un neolaureato che non avesse mai lavorato in vita sua sarebbe considerato idoneo.
I ruoli non sono corredati da una vera "job description" nella quale siano descritti con precisione la mansione e le competenze minime richieste, oltre ad un elenco delle competenze aggiuntive opzionali che possono costituire titolo preferenziale.
Il contratto previsto è a tempo determinato per massimi 36 mesi con un inquadramento "area 3 livello F1" che comporta una retribuzione lorda fissa di 22886 EUR annui, uguale per tutti i profili e in nessun modo correlata all'esperienza o al valore di mercato della professionalità richiesta.
Si tratta di una retribuzione che sul mercato viene proposta mediamente a neo-laureati per ruoli a bassa specializzazione tuttavia qui stiamo parlando di profili esperti e specializzati, che le società di consulenza vendono facilmente a 600 EUR/giorno (IVA esclusa) o anche di più.
La selezione avviene in più fasi: nella prima fase vengono raccolte le domande di partecipazione (ne sono state ricevute 99.357) e selezionati i candidati che, dall'esame della documentazione fornita, risultano idonei (circa 70.000).
Ai candidati idonei viene poi assegnato un punteggio preliminare applicando formule matematiche al numero di titoli di studio ottenuti e al numero di anni di esperienza dichiarati.
Al voto di laurea viene attribuito un punteggio massimo di 0,1 punti in una scala che va ad un massimo di 10, quindi incide per appena l'1%.
Viene invece dato 1 punto per ogni anno di esperienza ma non importa esperienza dove, con quale mansione, con quali risultati, con quali referenze. Un anno di esperienza come raccoglitore di pomodori nell'azienda agricola di famiglia viene considerato del tutto equivalente ad un anno come astronauta alla NASA.
Il punteggio così calcolato viene usato per formare una graduatoria da cui vengono estratti i migliori 8400 profili (3 volte il numero di posti disponibili) oltre ad eventuali ex aequo, i quali vengono invitati alla fase successiva. Per via del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 il 30% dei posti disponibili è comunque riservato ai volontari delle Forze Armate, basta che siano idonei e ottengono automaticamente la precedenza. 8582 candidati sono stati selezionati in questo modo.
La fase successiva è una prova scritta di 40 domande a scelta multipla della durata di 1 ora, eseguita "mediante strumentazione informatica e piattaforme digitali" ma in presenza, presso "sedi decentrate". La prova scritta si considera superata ottenendo almeno 21 punti su un massimo di 30 e intende verificare le conoscenze teoriche e pratiche della lingua inglese, delle tecnologie informatiche e delle materie specifiche relative al profilo al quale il candidato ambisce.
Ad esempio, per l'esperto analista informatico le domande specifiche vertono su:
- progettazione e gestione dei sistemi informativi automatizzati della pubblica amministrazione;
- CAD - Codice amministrazione digitale;
- elementi di diritto amministrativo, con particolare riferimento alla protezione dei dati personali;
- programmazione comunitaria;
- conoscenza e capacità di utilizzo dei principali applicativi informatici e software in uso;
- conoscenza della normativa nazionale in materia di portali e comunicazione web delle PA;
- forme ed applicazioni della Business Intelligence nelle organizzazioni pubbliche;
- Sistemi informativi territoriali (SIT);
- E-procurement nella pubblica amministrazione e ruolo della Consip;
- caratteristiche dell'e-learning e suo impiego in ambito P.A.;
- firma elettronica e firma digitale;
- sistema pubblico di connettività (SPC): regole e casi principali di servizi condivisi;
- Servizi Rete Internazionale della PA (S-RIPA): stato dell'arte;
- esempi in caso di disaster recovery & continuità operativa;
- Open Government e Open Data: concetti base, aspetti tecnici e
giuridici; - Open Data: realizzazioni nella PA centrale e locale.
Non è prevista una successiva prova orale.
Viene da chiedersi come sia possibile valutare "le conoscenze teoriche e pratiche della lingua inglese", oltre alle 16 competenze specifiche sopra elencate, in un test che in totale ha solo 40 domande e senza un colloquio.
Oltre a ciò, metà delle 16 competenze sopra elencate non sono caratteristiche di un esperto analista informatico, sono specifiche della normativa applicabile alla PA e sarebbero più consone ad un giurista.
Nella valutazione mancano totalmente competenze quali:
- Progettazione e svilupppo di siti web e applicazioni mobili;
- Principi base della cybersecurity;
- Paradigma cloud;
- Scalabilità;
- Architetture API e microservizi;
- Amministrazione di sistema (IT Operations);
- Service management;
- Design delle interfacce (UX/UI);
- Service design e co-progettazione;
- Accessibilità;
- Architettura delle informazioni;
- Data engineering e data science;
- Mobilizzazione della forza lavoro;
- Audio/video conferencing;
- Monitoraggio e ottimizzazione delle performance;
- Gestione di progetti tecnici (TPM) e metodologie agili;
- Definizione dei requisiti (Business Analysis);
- Verifica della conformità ai requisiti (Quality Assurance);
- Redazione di documentazione tecnica (Technical writing).
Manca inoltre la valutazione di caratteristiche caratteriali come ad esempio:
- orientamento ai risultati;
- capacità di lavorare in team;
- comunicazione interpersonale;
- curiosità;
- approccio analitico;
- spirito critico;
- problem solving;
- ambizione.
Alla selezioni scritte si sono presentati meno del 65% degli 8582 ammessi e quindi, per timore che molti dei 2800 posti rimanessero non assegnati, è stato deciso di riaprire la seconda prova a tutti i 70000 in possesso dei requisiti minimi, cioè la laurea triennale. Alla fine la qualità dei selezionati rischia di schiacciarsi verso il basso.
La cosa non sorprende: le professionalità ricercate sono molto richieste e i candidati più qualificati certamente non saranno motivati da un processo di reclutamento in cui:
- il contratto è a termine con una retribuzione relativamente bassa;
- il processo di selezione non valorizza le competenze e l'esperienza;
- non c’è un colloquio orale nel quale confrontarsi con i selezionatori;
- ai candidati non viene detto esattamente di quale progetto si occuperanno, dove e con chi lavoreranno, chi sarà il loro capo;
- nel bando non sono previste flessibilità (orari, lavoro da remoto);
- non sono previsti percorsi di formazione e crescita professionale;
- non è definito un meccanismo di valutazione delle performance;
- i tempi del processo di selezione sono lunghissimi.
Nell'azienda in cui lavorate voi pensate che sarebbe possibile inserire talenti in questo modo?
Edit: alla fine su 2800 posti disponibili sono riusciti ad assumerne solo 821. I restanti 1979 posti sono rimasti vacanti.